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«Tutto va collaudato, svolto ed eseguito; tutto è sospeso; quindi la divinità non può essere che a posteriori; e il vero bene non può essere che distruttivo. Infatti il male si alimenta di se stesso». Affermazioni espresse nel corso di quel convulso farnetico che freme in tutti i romanzi di Fiore intese a postulare un «inizio» o una «fine» di insondabile ambiguità per tendervi l'arco vibrante di una storia mondana concitata e traumatica, ma statica e irredimibile. Le creature che popolano quella storia, incomprensibili alieni in un grigio universo burocratico, sono esseri "pneumatici", che vivono nello spirito e cioè nel vuoto dell'indifferenza morale e della rinunzia alle opere e vi attendono la folgorazione d'una privilegiata conoscenza, cui la Gnosi assegna (e i protagonisti di Fiore ne recano, infatti, le tangibili stimmate) il ruolo di iniziati.